Electroacustic Music Festival – Sabina elettroacustica
Terza Edizione – 2020
19-20-21 agosto 2020, Chiesa di San Martino, Via San Martino, Poggio Moiano (RI)
Sabina elettroacustica, in collaborazione con il Comune di Poggio Moiano e con il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, presenta la terza edizione di EMUfestSABINA (Electroacoustic Music Festival in Sabina)
EMUfestSABINA è un evento di profilo internazionale che intende allacciarsi alla tradizione culturale del territorio e, nello stesso tempo, portare al pubblico uno stralcio significativo della migliore produzione mondiale in questo settore della musica contemporanea d’arte.
La manifestazione comprende tre concerti serali nei quali sono rappresentate sei nazioni: Germania, ltalia, Portogallo, Spagna, Stati Uniti e Svezia:
19 Agosto, ore 21:15 – Concerto dedicato allo scrittore e poeta poggiomoianese Luigi Melilli in occasione del centenario della nascita con musiche live, azione scenica e installazioni elettroacustiche di Danilo Santilli su testi di Luigi Melilli.
20 Agosto, ore 21:15 – Opere elettroacustiche dal vivo di Stefano Giacomelli, Giorgio Nottoli e Danilo Santilli con live video mixing di Ubaldo Munzi e opere acusmatiche di James Dashow, Ragnar Grippe e Giorgio Nottoli.
21 Agosto, ore 21:15 – Opere audiovisuali di Christian Banasik, Massimiliano Cerioni, Lorenzo Pagliei, João Pedro Oliveira e opere acusmatiche di Gregorio Jimenez, Federico Scalas e Kilian Schwoon.
Il Festival si terrà presso la Chiesa di San Martino, Via San Martino, Poggio Moiano (RI)
I concerti si terranno in spazio aperto nel rispetto della vigente regolamentazione anti-contagio.
Ingresso libero sino ad esaurimento posti con prenotazione via email o whatsapp:
info@sabinaelettroacustica.it
+39 3208482276
+39 347 9000563
Opere
Per il poeta Luigi Melilli
AZIONE SCENICA prima parte
“l’albero di 100 anni” (2020)
Al centro dell’azione scenica un’installazione sonora a forma di albero, da cui vengono diffuse poesie in dialetto. Luigi Melilli come radice di 100 anni parla al pubblico con i suoi scritti attraverso chiome sonore. L’attore in scena è tramite fra il pubblico e il poeta e i suoi testi, fra il presente e il passato di una comunità, fra la vita di 70 anni fa e quella dei nostri giorni.
“… verrà quell’anima” D. Santilli (2018)
Per voce narrante e musica elettronica sul testo “Un sasso e una prece” di Luigi Melilli. Questa lirica in lingua, narra di un femminicidio avvenuto in tempi remoti, nelle campagne di Poggio Moiano, “‘lannu carracciu da quatranella”. Testo quantomai attuale per la riprovevole contemporaneità della vicende di violenza estrema sempre presenti nella storia dell’uomo. Lirica struggente e coinvolgente del conflitto primo dell’uomo, “amore e morte”.
Il tessuto sonoro che accompagna la lettura è un misto di suoni di sintesi e concreti registrati dalla natura. Il testo è disseminato di rimandi a suoni dell’ambiente agreste e il paesaggio sonoro sottostante è sia estensione dello stesso, che approfondimento e ampliamento emotivo.
AZIONE SCENICA seconda parte
“L’albero di 100 anni”
Esistono radici più giovani di 100 anni. Tre poesie recenti nell’idioma poggiomoianese.
…dans l’Espace * (2019/2020) Stefano Giacomelli, performance dal vivo site specific
Qui i due temi portanti: lo spazio e la retroazione, vengono esplorati in un contesto di stretta interazione. Partendo da uno stato sistemico apparentemente semplice, di pura amplificazione della sorgente ambientale in sé stessa, si instaura da subito uno stretto dialogo retroattivo, una condizione di mutua influenza testimoniata dalla morfologia sonora dell’effetto Larsen. Spazio e sistema di elaborazione si uniscono nell’invito a creare musica non per uno spazio, ma nello spazio, sfruttando ogni aspetto timbrico e performativo legato alle circostanze esecutive. Dal contatto con e nell’ambiente, anche la computer music trova legami indissolubili con pratiche di esecuzione estemporanea, con scelte estetiche di sound design, e con aperture allo sperimentalismo performativo.
Soundings in Pure Duration N.2a (2009, rev. 2015) James Dashow, per suoni percussivi e elettronici
Questa seconda composizione di una serie di pezzi per suoni elettronici (qualche volta con suoni acustici manipolati e trasformati elettronicamente) fa uso di una grande varietà di suoni percussivi pre-registrati, una buona parte dei quali sono di origine africana e latino-americana. I suoni elettronici sono stati generati tramite una versione molto efficace del Sistema Diadi del compositore progettata da Gustavo Delgado (in Max/MSP) per la realizzazione dei suoni in tempo reale.
La spazializzazione dei suoni è di importanza fondamentale per il concetto compositivo del brano: il movimento nello spazio insieme con il movimento dello spazio, sempre in precisa sincronizzazione con gli sviluppi timbrici e ritmici, sono tutti fattori determinanti sia per l’espressività sia per il modo in cui il brano è stato strutturato. A volte i suoni danno l’impressione di creare i propri spazi, da panorami giganteschi a spazi molto vicini e intimi.
Broken Mind of Souls (2019) Ragnar Grippe, acusmatico
Broken Mind of Souls è un pezzo di quaranta minuti in tre parti. L’idea alla base di questa composizione è fondere ciò che sappiamo con ciò che pensiamo di sapere. Broken Mind of Souls è disponibile su Apple e Spotify tra gli altri.
Yoghi Manuela * (2020) Giorgio Nottoli, acusmatico per suoni elettronici e concreti
Il lavoro è costruito a partire da una registrazione del respiro ujjayi della maestra di yoga Manuela Frascarelli, cui il pezzo è dedicato. Si tratta di una composizione meditativa, che si basa su di un pensiero timbrico verticale: molti diversi strati sono via via sommati sino a formare un cluster di suoni eterogenei in relazione fra loro. L’intero processo sostiene il respiro mentre questo si trasforma e si arricchisce.
per sora acqua (2019), Giorgio Nottoli e Danilo Santilli, performance per live electronics con live video mixing di Ubaldo Munzi
Un flusso continuo di suono d’acqua proveniente da vari luoghi della Sabina, reso colorato e variegato dalle elaborazioni elettroniche effettuate dal vivo. Il flusso sonoro si sviluppa in contrappunto con elementi visivi ancora derivati dall’acqua.
l’Aleph (1996-97) Lorenzo Pagliei, per suoni di gong (207 cm di diametro) elaborati elettronicamente
a Giorgio Nottoli, liutaio di stelle…
L’Aleph è stato realizzato coi suoni di un enorme gong (207 cm di diametro), una sorgente sonora incredibile e meravigliosa i cui suoni fanno percepire un’ombra mitologica perché mostruosamente potenti. Nell’omonimo racconto di Borges, il protagonista della vicenda viene a sapere che la parola Aleph indica uno dei punti dello spazio in cui si trovano, senza confondersi, tutti i punti della terra visti da tutti gli angoli. A fine racconto egli riesce a vederlo provando “infinita venerazione, infinita pena”: “in quell’istante gigantesco, ho visto milioni di atti gradevoli o atroci; nessuno di essi mi stupì quanto il fatto che tutti occupassero lo stesso punto, senza sovrapposizione e senza trasparenza.” Il grande gong è qualcosa di simile a un Aleph, un Aleph sonoro: è un pozzo meravigliosamente infinito di suoni, dai più delicati ai più devastanti. È impossibile esplorare fino in fondo tutte le sue potenzialità, così come è impossibile racchiudere l’infinito in una forma.
ETUDE DE SONS ** (2009) Gregorio Jiménez, acusmatico
Courts sons, longs sons.
Sons qui se déplacent….
Sons concrets, sons abstraits.
Sons qui s’approchent …….
Sons graves, sons aigus.
Sons rythmiques…
Sons brillants, sons opaques.
Etude de sons….
Questo pezzo è stato commissionato dall’Istituto di musica elettroacosutica di Bourges (IMEB) nel 2009 ed è stato composto nello studio di Charibde. È stato finalista al concorso di composizione Destellos in Argentina.
Dusk (2020) Massimiliano Cerioni, audiovisivo
“The time before night when it is not yet dark.”
Dusk è una composizione immersiva e meditativa di musica drone ispirata dai colori della fase terminale del crepuscolo. È stata realizzata ad Amsterdam nella primavera 2020, in uno dei periodi di massima durata del giorno nell’emisfero nord. La densa massa di timbri elettronici ha un forte carattere organico dovuto al suo contenuto parzialmente caotico, un tratto che richiama vagamente uno sciame di insetti. L’identità armonica del pezzo ne colloca l’estetica a metà tra l’approccio austero e minimale della musica drone e la complessità propria della musica elettroacustica “tessiturale”. “Post-drone” è il termine che l’autore adotta in questo caso, per descrivere un suono che si muove troppo per essere un semplice drone, ma troppo poco per essere altro. Dusk è su Youtube in formato audiovisivo, mentre il brano è contenuto assieme ad un inedito in un omonimo EP in imminente uscita distribuito da Cyclical Dreams in streaming, copia fisica e digitale.
Frammenti di un discorso rumoroso (2012) Federico Scalas, acusmatico
Il titolo, parodia del lavoro letterario di Roland Barthes, descrive lo spirito con il quale mi sono approcciato alla realizzazione di questa composizione, cioè la piena libertà nell’uso di determinati linguaggi o di tecniche di sintesi e l’uso, anche se trasfigurati, di suoni e rumori di origine concreta.
Things I have seen in my Dreams (2019) Joãu Pedro Oliveira, visualmusic piece
Sogniamo … a volte abbiamo incubi o sogni che ci rendono tristi, angosciati o semplicemente indifferenti. Ma a volte ci sono sogni che proiettano immagini e suoni di grande bellezza nella nostra mente. Questo pezzo è sia ricordo che variazione di alcune di queste immagini e suoni che ricordo dai miei sogni. È dedicato a Mario Mary.
Umbrische Fenster (2001) Kilian Schwoon, studio su suoni elettroacustici all’aria aperta
Questo studio è stato realizzato per un progetto collettivo nell’ambito del festival estivo Musica Insieme di Panicale in Umbria, fondato da Klaus Huber. Il compositore Lelio Camilleri aveva invitato diversi altri compositori a creare brevi brani a partire da materiale registrato a Panicale. Da questi suoni naturali, ma anche culturali, ho selezionato alcuni frammenti che appaiono “a crudo” nel pezzo, senza modifiche, quasi come “finestre” su alcune situazioni sonore. Intorno ad essi ho costruito strutture piuttosto continue che modulano la prospettiva su questi frammenti, ma che creano anche relazioni con i suoni dell’ambiente. In particolare, all’inizio e alla fine, dove ci sono lunghe zone in pianissimo, la musica si apre all’interazione con il paesaggio sonoro.
„Tree Blossoms IV“ (2018) Christian Banasik, audiovisual work. Video by Alexandra Korczak, Lea Wolf, Andrea Sigrist und Kerstin Rilke – HSD / PBSA, institute for image and media.
„Tree Blossoms IV“ è una sorta di meta-musica – una composizione su una musica da film con nuovi elementi a livello visivo. L’idea è basata sulla colonna sonora che ho composto per il film documentario “Baumbluetenzeit in Werder” (1929) di Wilfried Basse. Questo film descrive una vecchia festa popolare che si svolgeva ogni primavera a Werder, una cittadina vicino a Berlino. La mia musica originale era composta per pianoforte a coda e campionatore controllati da MIDI. Questo pezzo elettroacustico si basa su quella particolare colonna sonora, ma la espande in termini di atmosfera ed espressività emotiva e spaziale. I suoni di pianoforte preparato sottoposti a granulazione sono mescolati con voci originali delle registrazioni degli anni ’30 e rappresentano una reminiscenza astratta della “Threepenny Opera” di Kurt Weill – che era già stata presentata nel 1928 – La proiezione video a sua volta supporta lo sviluppo della musica attuale e porta una dimensione completamente nuova in questo lavoro. Si tratta di sfumature di colore, movimenti ritmici e atmosfera a livello astratto costituito da registrazioni di motivi concreti, ambienti organici e spazi reali.
*prima esecuzione assoluta
** prima esecuzione italiana