1. “Prologo”, parte I  –  in cui tutto comincia

 

      Nel Prologo, si approfitta delle risorse del Planetario per dipingere l’inizio di tutto, un Big Bang e l’evoluzione spettacolare del nostro universo che include, naturalmente, l’evoluzione di quella piccolississima parte di quelle forze immense e masse inimmaginabili in una creatura unica che si chiama Archimede.

      Ci sono due parti: nella prima, il Motore Immobile crea tutto, la vita ed anche gli dei minori;  nella seconda parte, al Demiurgo, uno di questi dei, viene affidato il difficile lavoro di forgiare le creature terrestri, e soprattutto gli esseri umani.  E’ il Demiurgo che decide il grande esperimento, creando un uomo dotato di un intuito e una comprensione davvero eccezionali.   Il testo, del poeta Theodore Weiss, e’ derivato magistralmente dal Timeo di Platone dove la creazione dell’universo viene descritta come un lavoro di pura geometria.

      I suoni sono un misto di trasformazioni estreme di suoni acustici e suoni di origine puramente elettronica generati con MUSIC30, il linguaggio per la sintesi digitale del suono del compositore stesso.  Il Motore Immobile e’ caratterizzato principalmente da suoni di voci e cori trasformati, mentre il materiale per il Demiurgo e’ derivato da trasformazioni di parecchi tipi di flauto dolce (soprano, contralto, tenore, basso in Fa e basso in Do) registrato da Antonio Politano.

      Il Prologo fa uso di molte tecniche di spazializzazione per il movimento dei suoni nello spazio, per creare diversi sensi di volume (ossia di spazio tri-dimensionale) e semplicemente per creare diverse mescolanze timbriche nell’aria, non solo da un singolo punto sonoro.  Suoni elettronici e suoni acustici (tradizionali) trasformati elettronicamente sono mescolati in un ricchissima varieta’ di oggetti sonori, trattati, a livello compositivo, come enormi, invisibili, sempre-cangianti esseri viventi.    

      Nel concerto di stasera, sentiremo/vedremo solo la prima parte, la creazione di tutto.

      Computer graphics e animazioni di Kevin Beaulieu.

      La voce del Motore immobile e’ di Philip Kerr

 

  1. “Matematica I”

da Atto I, scena II: Giovane Archimede

 

      Questa seconda scena comincia con Archimede, ora giovanotto, che emerge dalle risate della prima scena; 

comincia a rendersi conto di capire la matematica, ma piu’ di una semplice comprensione: puo’ domarla, crearla, pensarla, viverla e respirarla.  Vediamo una varietà di immagini matematiche disegnate e animate sulla cupola del Planetario  che creano, muovono, trasformano e inondano il teatro con la matematica in immagini.  La musica cerca di catturare gesti e umori di Archimede mentre, attraverso errori e false partenze, progredisce velocemente dai suoi primi apprendimenti a scoperte genuinamente importanti.  La scena si conclude con l’immagine della sfera circoscritta dal cilindro: Archimede pensava che questa scoperta –  il rapporto di 2:3 tra il volume della sfera e del cilindro – fosse la piu’ significativa della sua vita.  La “sua” musica, ora e in altre scene dell’opera, e’ satura di questo rapporto, sia nelle frequenze sia nelle proporzioni ritmiche.

      Questa scena e’ creata interamente con suoni elettronici, con trasformazioni digitali originali (scritte dallo stesso compositore) ed altre comunemente disponibili per i sistemi di editing digitale dell’audio come “plug-in”.

      Computer graphics e animazioni di Rudolfo Quintas.

 

  1. Atto I, scena I: 

“ in cui cresce”

 

 

     La prima scena rappresenta la crescita di Archimede nei primi vent’anni di vita.  I suoni principali sono risate di ogni tipo e linee ultra-veloci di piccolissimi suoni elettronici che corrono dentro la cupola del planetario come… beh, come bambini che corrono dentro una cupola di un planetario.  Quelle che vedrete, sono le sequenze di disegni, ugualmente veloci, di ragazzi delle varie età  proiettati (eventualmente dappertutto  sulla cupola).  Grappoli di bambini e ragazzi, da pochi mesi di eta’, a pochi anni, e poi su su fino a vent’anni,  vanno a gatto, capitombolano, corrono, saltano, si nascondono, giocano, scherzano e fanno un po’ gli scemi.  In mezzo a loro ce n’e’ sempre uno un po’ diverso: piu’ piccolo o piu’ alto, piu’ veloce o meno veloce, vestito di piu’ o vestito di meno, ecc. e alla fine quest’uno un po’ diverso e’ solo.   

      I suoni elettronici sono di nuovo il prodotto del MUSIC30; le risate erano i contributi, pressappoco nell’ordine di “apparizione”, gli Incredibili Gemelli Kehl (John e Anne), Carla e Jordana Bombi, Grace and Elyse Prosniewski, Sarah and Shannon Dowd, Fiamma e Marta Cocco, Margherita Fantoli, Nina Fodaro, Flavia Arbonelli, ed alcuni anonimi “produttori di risate” registrati qua e la’.

      Computer graphics e animazioni di Enzo Sferra.

 

  1. “Matematica II”

da Atto II, scena II: Siracusa va da Archimede

 

                                               

      Saltiamo avanti al secondo atto, seconda scena;  qui Roma sta cercando di invadere Siracusa mentre Archimede continua tranquillamente nel suo lavoro.  Il popolo (il coro) viene da lui a chiedere sempre più insistentemente il suo aiuto, per salvare Siracusa dai barbarici Romani, ma Archimede rifiuta con uguale insistenza.  Alla fine, il popolo convince Archimede delle sue responsabilita’ verso la citta’ che lo ha sempre nutrito e festeggiato e che gli ha permesso di lavorare nelle migliori condizioni culturali;  con il cuore pesante, Archimede accetta di trasformare la sua matematica in armi, ma ammonisce (amaramente):  “i lupi alle porte non sono piu’ pericolosi di quelli interni”.

      Ci sono tre sequenze di Matematica II, ciascuna interrotta dal popolo di Siracusa. Ogni sequenza rintraccia uno sviluppo della matematica, da alcune scoperte di Archimede fino alle scoperte di oggi.  Per “teatralizzare” un po’, diamo credito ad Archimede di aver scoperto anche molte cose dell’800 e del ‘900.   

      La scena comincia con Archimede al lavoro, e vediamo la prima sequenza di Matematica II, cominciando dai suoi “poliedri semi-regolari” che poi si trasformano nelle scoperte di Kepler, Galileo, Pascal, la topologia, finendo con le superfici minimali, uno sviluppo molto recente della matematica contemporanea che ci offre forme grafiche affascinanti. 

      La seconda sequenza portera’ Archimede alla geometria analitica di Descartes e seguira’ alcuni degli sviluppi in quel campo, fino alla geometria non-Euclidea di Riemann ed un accenno alla Relativita’ Generale (che diventa un punto di partenza per Matematica III, nel finale dell’opera).  La terza sequenza segue la storia del calcolo, una versione del quale fu scoperta da Archimede stesso che, in assenza di algebra, non pote’ svilupparlo.  Seguono poi immagini tratte da Cavalieri, Leibniz, Newton, arrivando poi alla fine a Clerk-Maxwell, e ad alcune immagini dalla chimica, con cristalli, molecole complesse, finendo con una stupenda evocazione della doppia elica del DNA.  

        Computer graphics e animazioni di Sebastian Cudicio

 

  1. “Matematica III”

da Atto III:  la morte di Archimede

 

       Nella terza e ultima sequenza di immagini matematiche, prospetto un Archimede che fantastica sulla matematica e la fisica matematica del ventesimo e ventunesimo secoli.  Le immagini associate e derivate da questi sviluppi straordinari, sia astratti sia fisicamente reali, vengono attivati in una sorta di coreografia tridimensionale mentre danzano e capitombolano sulla cupola del planetario.   Questi movimenti sono sempre in strettissima sincronia con la musica, la quale viene scolpita attraverso una grande varieta’ di locazioni cosi’ da creare, insieme con le immagini, un senso di movimento nello spazio e dello spazio.   Infatti, la spazializzazione dei suoni e’ fondamentale per la composizione musicale quanto l’invenzione e le trasformazioni dei suoni stessi.  I suoni non solo si muovono nello spazio, ma creano anche diversi tipi di spazi, ciascuno con caratteristiche proprie, che si muovono anch’essi, e si evolvono in un contrappunto spaziale. 

La sequenza di immagini comincia con i diagrammi di Feynman, i disegni semplici ma molto efficaci inventati dal fisico Richard Feynman per suggerire le interazioni delle particelle sub-atomiche.  Seguono delle immagini usate prima dell’uso del computer per “vedere” i risultati degli acceleratori atomici che rivelavano l’esistenza fisica delle particelle sub-atomiche;  questi si trasformano in rappresentazioni del caos, quindi dello spazio twistor e la teoria della super-stringa, seguiti poi da alcune figure della geometria di Penrose, e infine da alcune meditazioni cosmologiche della teoria brane ed i suoi inevitabili rapporti con la relativita’.  Archimede comincia ad arrivare ad una sua visione di una civilta’ ideale quando viene bruscamente interrotto dalle sue fantasie, e quest’avvenimento porta alla conclusione drammatica dell’opera.  In questa versione concertistica, l’interruzione riceve solo un breve accenno (il passaggio della chitarra “inarmonica”), e il brano conclude con una molto suggestiva dissolvenza di musica e di immagini.